Sesso in diretta streaming: una cosa di cui (non) vergognarsi

 


Una vagina gigante adagiata sui ripiani di una libreria. O magari una bambola gonfiabile di quelle ultra realistiche (tipo quelle di RealSexDoll.it, da 1600 e passa euro l'una): il tutto, durante una diretta Zoom o Sky. Non credo che si sia mai data notizia di una cosa del genere, almeno per quelli che sono i pessimi siti web che sono solito (siamo soliti?) visitare nelle mie (nostre) letture digitali, soprattutto notturne. E non mi sembra un caso: gli stereotipi di genere colpiscono sempre molto duramente, e le varie testate non perdono occasione per farne l'ennesimo caso gossipparo.

È quello che è successo a Yvette Amos, donna di cui non si conosce apparentemente neanche la professione o chi sia, che si è trovata in una diretta in streaming come tante ne stiamo vedendo causa coronavirus: durante la diretta, qualcuno ha notato (o "spottato") che fosse presente un vibratore di grosse dimensione sulla libreria che faceva da sfondo. Questo, se da un certo punto di vista ha scatenato legittima ironia o ilarità, dall'altro è diventato occasione per sfoggiare un po' di insano machismo. Che è assurdo, come se una donna non possa avere diritto ad avere un vibratore e a tenerlo dove le pare (certo, data la natura del collegamento, sarebbe stato preferibile non poggiarlo giusto lì). Ma il punto non è tanto l'imbarazzo o l'ironia, che sono superabili; il punto è che molte testate italiane hanno posto l'accento sul fatto che il vibratore fosse di grosse dimensioni. Come ad alludere ad una sorta di "fame" che, piccola comunicazione di servizio, credo non ci sia nulla di cui vergognarsi anche perchè accomuna tutti. Abbiamo tutti fame di sesso, quantomeno di avere l'opportunità di ricostruire le opzioni sociali che lo favoriscono: lavoro, scuola, università, locali, concerti, e chi più ne ha ne metta.

Fa ridere (forse: che una donna usi un vibratore non dovrebbe farlo, in effetti), molti ne sono rimasti tra il divertito e lo scandalizzato e, insomma, sembra che il sesso sia ancora un tabù di cui ridere nascosti dietro le tapparelle di casa. Mi permetto di sostenere, per quello che vale, che non è una gran cosa questa banalizzazione del sesso che, come vedremo, non è nemmeno l'unica.

Se è quasi da un anno che la vita è dura per chi è rimasto senza lavoro, ad esempio,, lo è altrettanto per chi è single e continua, suo malgrado, ad esserlo (frequentare qualcuno col distanziamento sociale obbligatorio e l'incubo del possibile contagio non è esattamente il massimo). per cui non capisco cosa ci sia di risibile in questa notizia, non capisco perchè usare determinati toni e parlare di imbarazzo o peggio ancora, prenderla in giro. Semplicemente, non è giusto, ed è anche abbastanza deprimente che la discussione sia infantilizzata fino a questo punto. Anch'io ho riso di riflesso, devo ammetterlo, ma poi ho ragionato ed ho cambiato idea: non c'è niente da ridere, e soprattutto poteva succedere anche ad un uomo con la bambola gonfiabile di cui sopra (non mi pare neanche il caso di farne una questione  di genere, almeno spero).

Successe anche di peggio, e successe mesi fa in Argentina, dove un deputato fu costretto a dimettersi perchè si mise a fare sesso in diretta nazionale, abbandonandosi ad effusioni spinte con una ragazza lì con lui. Anche qui, d'accordo che sei in diretta nazionale e sei un politico, ma il senso di demonizzazione infantilistica del sesso è comunque lo stesso del caso precedente, e se pensate che due persone che fanno sesso dopo un anno di lockdown senza badare al fatto di essere in diretta mondiale, credo che comunque vada contestualizzato e, se vogliamo, addirittura tollerato e sicuramente non demonizzato. Certi giornalisti e vari blogger, invece, sembra quasi che godano nel fare cyber-bullismo in situazioni del genere.

https://twitter.com/ElDoce/status/1309266138598121472?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1309266138598121472%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.adnkronos.com%2Fdeputato-lascia-webcam-accesa-scena-hot-e-dimissioni_1QZ7Xj1203TvJZwAhzdLjN

In tempi più recenti un avvocato peruviano rischia addirittura la radiazione dall'ordine per aver fatto sesso dopo un'udienza online, dimenticando la cam accesa anche in questo caso. Andrebbe capito se l'ha fatto prima, dopo o durante (dettagli che fanno la differenza e che costituirebbero un'attenuante). Non contestiamo tanto la circostanza in sè, e le eventuali decisioni (non vogliamo renderla una questione giudiziaria, ci mancherebbe altro): diciamo soltanto che potrebbe capitare a chiunque, e che prima di assumere toni troppo inquisitori o da sberleffo sprezzante di periferia, sarebbe il caso di ricordare che il sesso piace un po' a tutti, e che quello che capita oggi a queste persone domani, in effetti, potrebbe capitare anche a noi.

Anche perchè la banalizzazione del sesso aumenta, per certi versi, il senso di solitudine e di alienazione in chi soffre per la mancanza di sesso, che potrebbe (in alcuni casi) prendere casi del genere come "paravento" per avere ancora più paura. Scherzare sulla sofferenza altrui non è bello, e creare alibi a chi già soffre (come un po' anche il sottoscritto, devo riconoscere) per la mancanza di occasioni da sesso a causa del lockdown è davvero triste e ci qualifica, a mio avviso, come persone superficiali ed un pochino infantili (per non dire peggio).